Sentiero 002 cod. percorso ETON0020000

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Borgata Mulino di punta m. 547 – Colle Portia m. 1328

Mappa

  • Dislivello salita m 781
  • Lunghezza km 5,4
  • Tempo di percorrenza 2 h 20′
  • Difficoltà E

Descrizione percorso

Alla località Mulino di Punta, giunti di fronte al ristorante “Cacciatori”, si svolta a destra in via Trucco Rossato e a 50 metri inizia il sentiero in questione indicato da un cartello ligneo. Il sentiero sale sulla sinistra orografica del Rio Rossato, attraversa la località Trucco Rossato, quindi svolta a sinistra guadando il rio omonimo. Il percorso entra ora in una pineta, piega verso sinistra, attraversa un piccolo rio ed esce dal bosco che ormai dirada. Il panorama si apre su tutta Val della Torre e spazia dal Monte Musinè al Mon Curt, dal santuario della Madonna della Bassa (di cui s’intravede il tetto) al Monte Arpone.

Attraversata un’altra piccola pineta, il sentiero si dirige verso il vallone di Fontanabruna e, superato un dosso, ci propone di fronte il Colle della Portia (m 1328). Si continua a salire tra radi pini. Seguendo la traccia ben battuta, ci si accosta nei pressi di Case Fontanabruna e, di qui, si inizia a risalire il vallone, fino alla fontana omonima, in un lussureggiante lariceto. La Fontanabruna (m 920) è situata nei pressi di una grande pietraia sotto cui scorre l’acqua che è possibile sentir rumoreggiare. Di qui, guardando a monte, è possibile vedere il pilone votivo sito sulla cresta alla sommità della pietraia ad un’altitudine di m 1528.

Attraversata la pietraia si entra in un bosco di larici e pini giungendo, in breve, al bivio con il sentiero 003 per il Colle della Lunella. Seguitiamo sul tracciato 002, attraversiamo un bosco di roverella, ed ora possiamo vedere distintamente il Colle della Portia di fronte a noi. Si scende ora verso il torrente Casternone. Attraversiamo il torrente e riprendiamo a salire sino a quando veniamo a trovarci sulla destra orografica del vallone, proprio sotto al Colle della Portia. Di qui pochi tornanti in salita ci portano al colle dove sorge una cappella rifugio detta la “Sosta”. La vista dal colle verso il versante di Viù ci propone l’Uja di Calcante e, più lontano, i monti delle Valli di Lanzo; mentre verso Val della Torre ammiriamo l’estensione della vallata.

Elementi ambientali

Già alla borgata Mulino è possibile incontrare varie specie di farfalle come la cavolaia (Pieris rapae), il macaone (Papilio macaon) e la vanessa (Inachis io); che, nelle giornate soleggiate, colorano prati e giardini.

Sui pini della zona più bassa dell’escursione si possono notare alcuni nidi di processionaria (Thaumetopoea pityocampa) che ne infestano le chiome. Queste essenze arboree lasciano lentamente il posto ai larici che compongono il lariceto del vallone di Fontanabruna.

In primavera la fioritura colora l’ambiente con primule, viole e con il dente di cane (Erythronium dens-canis).

Nelle pozze formate dal Rio Rossato, facendo un po’ di attenzione, è possibile veder guizzare piccoli avannotti che presumibilmente sono ascrivibili a salmonidi.

In cielo non è raro veder veleggiare la poiana (Buteo buteo) e, tra gli alberi, si può individuare, durante i suoi brevi voli, la ghiandaia. Comuni il corvo, il merlo e la gazza.

A terra, spesso non visto ma individuato dal fruscio prodotto dalla fuga, è presente il ramarro (Lacerta bilineata ex Lacerta viridis) e tra le pietre si riscalda la lucertola. Nella parte altimetricamente più bassa vive il riccio (Erinaceus europaeus).

Lungo il sentiero vegeta l’edera; nel sottobosco cresce, tra un manto erboso di graminacee, il rovo (Rubus fruticosus) e, in piccole radure, si incontra il ginepro nano (Juniperus communis ssp. nana). Oltre Fontanabruna crescono roverelle (Quercus pubescens), faggi (Fagus sylvatica), ontani (Alnus sp.), qualche betulla (Betulla sp.) ed il maggiociondolo (Laburnum anagyroides); mentre nel sottobosco compaiono la felce, la rosa canina (Rosa canina) e numerose euforbie.

Nelle vicinanze del guado sul Casternone si possono notare anche alcuni aceri.

Poco prima del colle si scorge qualche raro fior di stecco (Daphne mezereum) che, in primavera, ostenta i sui fiori sui rami spogli.

Sul colle sono numerose le farfalle, tra esse notiamo la vanessa dell’ortica (Aglais urticae) e l’Anthocharis cardamines.

La mineralogia della zona fu studiata dal Pilotti (1909) che segnalò la presenza di talco nero in una litoclasi di norite alterata. Il colore nero risultò essere dovuto ad inclusioni di magnetite e cromite, mentre in un campione fu evidenziato uno stato magnetico-polare dovuto presumibilmente all’azione di un fulmine.

Elementi storici

La località di partenza, il cui toponimo esteso è Mulino di Punta, fu sede di un mulino rimasto in funzione sino alla seconda metà del secolo scorso. Durante la guerra di Liberazione i locali del mulino furono adibiti a magazzino per la sussistenza della 17a Brigata Garibaldi Felice Cima di stanza su questi monti. I Partigiani della Brigata percorrevano abitualmente il sentiero in oggetto per rifornire gli avamposti di cibo e vestiario, o per mantenere i collegamenti con i centri di fondovalle.

La prima e unica borgata che si incontra è Trucco Rossato (m 623) che localmente viene detta Ca ‘n ‘d Rusat. Il toponimo deriva dai primi abitatori della zona che presumibilmente giunsero dalla Rusata (vasta area un tempo coltivata a vite ed ora per la maggior parte incolta). L’estensione prativa limitrofa alla borgata, e confinante con la località Santa Lucia, viene detta i Calié ed un tempo fu coltivata a vite e cereali.

La sorgente di Fontanabruna (m 920), nei pressi della località Menzinat, è molto attiva e le sue acque sono state raccolte in un acquedotto che serve il paese.

Sul tragitto si incontrano alcune baite ormai in disuso come l’alpeggio della Portia Nuova (m 1230) costruito nel periodo della seconda guerra mondiale; e le baite della Portia Vecchia (m 1265) edificate all’inizio del 1900.

Sul colle, a 1328 metri d’altitudine, sorgeva una piccola “Sosta”, cioè un riparo per il viandante che si trovava a percorrere questa via un tempo molto battuta. La costruzione della vecchia “Sosta” fu dovuta a certo Andrea Rigoletti di Col San Giovanni (località Rocconero) che nel 1870 pose, per così dire, la prima pietra. L’antica costruzione venne fatta poggiare contro un pilone votivo già esistente e resse per ben 122 anni. Demolita nel 1992, fu ricostruita di dimensioni maggiori e spostata di fronte all’antico sito (a pochi metri). La costruzione venne eseguita dagli Alpini dell’A.N.A. appartenenti alla 5a zona della sezione di Torino con in prima linea il gruppo di Val della Torre. Nel 1993 la nuova cappella rifugio venne inaugurata ed ora è un “fiore all’occhiello” dei nostri monti.

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