Sentiero 011 cod. percorso ETON0110000

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Borgata Bussoneis – Madonna della Bassa – Monte Arpone (m. 1600)

  • Dislivello salita m 980
  • Lunghezza km 5,7
  • Tempo di percorrenza 3 h
  • Difficoltà E

Descrizione percorso

Dalla località Bussoneis s’imbocca il sentiero che, toccando borgata Savarino, porta al santuario della Madonna della Bassa. Da qui il sentiero prosegue alle spalle del santuario. Si inerpica tra felci ed eriche sormontate da larici, betulle, qualche abete e pino. Dopo un breve tratto si incontra un cartello con la scritta: Monte Arpone m 1601 ore 2 e Colle del Lis ore 2,5. Seguendo la direzione indicata dal cartello si sale sulla cresta spartiacque. Di tanto in tanto il sentiero ci offre interessanti scorci panoramici sulla vallata valtorrese.

Dopo un susseguirsi di scavalcamenti tra una vallata e l’altra, il sentiero si stabilisce per un tratto in cresta quindi, passato sul versante di Val della Torre, prosegue in falsopiano raggiungendo un piccolo colle. Da qui iniziano i primi contrafforti del Monte Arpone su cui il sentiero sale per ricondurci nuovamente sulla cresta spartiacque dove, la vegetazione ormai diradata, lascia che la vista goda di un bel panorama che spazia da Val della Torre alla Valle di Susa, dai monti delle Valli di Lanzo al Mon Viso. Questo panoramico tratto in falsopiano conduce alla vetta del Monte Arpone. Poco prima di raggiungere la cima si diparte (a sinistra salendo) il sentiero che porta al Colle del Lis.

Sulla vetta campeggia un grosso ammasso di pietre e, da lì, la vista è incantevole. Si dominano le valli confinanti, il Monte Civrari (m 2302), il Monte Colombano (m 1658) e, in lontananza le vette più elevate.

Elementi ambientali

Il bosco misto di larici, betulle e pochi abeti e pini; lascia il passo, sui primi contrafforti del Monte Arpone, al faggio (Fagus sylvatica), al ginepro nano (Juniperus communis ssp. nana) e al sorbo montano (Sorbus aria). Poco prima di raggiungere l’ultimo tratto in falsopiano, su cui cresce il larice (Larix decidua) e fiorisce il narciso, si possono notare alcuni esemplari di Pinus strobus.

Nel sottobosco incontriamo la felce comune ed alcune ericacee che salendo diradano sino a sparire. Verso la vetta del monte crescono rigogliosi cespugli di rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum) e al suolo fiorisce la genzianella (Gentiana acaulis), mentre il volo dell’Ascalaphus libelluloides (insetto dell’ordine Neuroptera) colora di vibranti macchie gialle la fioritura primaverile.

In cielo vola la poiana e tra i rami saltella il pettirosso. Al suolo corrono veloci verdi ramarri mentre è facile incontrare coleotteri Geotrupidi.

Le rocce che formano la vetta del Monte Arpone sono peridotiti alterate e presentano una notevole copertura di licheni.

Elementi storici

Il santuario della Madonna della Bassa che sorge sulla cresta spartiacque tra i Comuni di Val della Torre e Rubiana. Il santuario mariano è dedicato alla Beata Vergine Addolorata ed è edificato sul Colle della Bassa a m. 1152 slm.

Notizie sulla sua storia le apprendiamo dal Teologo Giuseppe Bertolo di Mompellato, Parroco di Sant’Ambrogio. In un suo scritto in data 26 febbraio 1800, il Bertolo narrò il miracoloso evento del Colle della Bassa. Il testo letterale del Bertolo così recita:

“Pluribus vicibus mihi adolescenti Laurentius Nicol vivo voce sequentia memoravit sibi accidisse: Anno Domini 1713 – die XVIII Augusti domui meae reverentes ligno exciso honustus, in colle dicto Bassa super me caecidi, et unum crur meum confractum est. Nullo auxilio fretus ad Beatam Virginem Mariam confugi, eodemque tempore apparuit mihi ipsa B. Virgo Maria, quae me subito sanavit.

Iusequenti anno 1714 die vero XX Augusti eodem loco ut antea memoravi accidit mihi, et denuo apparens mihi Beatissima Virgo me sanavit suadens mihi ut in eodem loco sacellum construerem, quod sequenti die incepi.

S. Ambrosii, XXVI Februarii 1800.

Th. Ioseph Bertolo Praep.”

Qualche tempo più tardi, il Canonico Colombero, traendo spunto dallo scritto del Teologo Bertolo, ci ragguaglia, con dovizia di causa, sui fatti che portarono alla costruzione del santuario della Bassa.

Egli, nel suo testo “I Santuari di Maria SS. in Piemonte” a pagina 296, così scrisse:

“Nei primi anni del secolo XVIII un tale Nicol, contadino di quelle parti mentre stava lassù occupato in faticoso lavoro, si ruppe accidentalmente una gamba. Era solo, non iscorgeva d’attorno persona vivente, e per giungere a qualche abitazione bisognava camminare almeno un’ora. Ma come si fa, mentre la gamba non era in grado di reggerlo? Si siede a gridare a piena gola ed impetrare soccorso, ma disperdeva l’ira del vento i gridi e le querele.

Disteso al suolo già stava per darsi alla disperazione, allorché gli balenò alla mente un salutare pensiero.

Si rivolse col cuore alla Regina del Cielo, e promise di costrurre ivi un pilone se veniva reso capace di giungere a casa. Dopo alcuni istanti si sentì rinvigorito, ebbe forza di recarsi a casa, ed in poco tempo si trovò perfettamente guarito.

Lieto della guarigione, fece come i marinai che solo si ricordano di Dio nel momento del naufragio. Più non pensò a mantenere la promessa che aveva fatto alla Madonna. Ed ecco che l’anno dopo, trovandosi a lavorare nel luogo medesimo, fu colpito dalla stessa disgrazia, ebbe una gamba spezzata. Allora riconobbe e deplorò sinceramente il suo fallo, ed implorò soccorso alla SS. Vergine, rinnovando il voto.

Guarito, mantenne questa volta la parola, edificò il pilone, e vi collocò una statua della Celeste Madre, quella medesima che ancora si venera in quel luogo.

Divulgatasi la cosa nacque negli abitanti di Mompellato il desiderio di fabbricare ivi stesso una cappella, e vi si accinsero, non sbalorditi dalle gravissime difficoltà dell’elevato sito.

Tutto il villaggio vi prese parte, si atterrò il pilone e la cappella venne su; e nel 1721 vi si poté celebrare la prima Messa.

Né si fermarono qui: Si costrusse in seguito un fabbricato, che successivamente ingrandito, è capace di più migliaia di persone; ed a varie riprese si ingrandì e decorò la chiesetta.

Il Santuario della Bassa ha ora tre navate, delle quali una appartiene al territorio di Val della Torre ed al Circondario ed Archidiocesi di Torino, essendo stata costrutta verso il 1865 al di qua dello spartiacque, e su terreno già di proprietà del Comune di Val della Torre, mentre la navata centrale e quella in cornu Evangelii sorgono sul territorio di Rubiana, e quindi appartengono al Circondario ed alla Diocesi di Susa.”

 Il 18 agosto 1713 fu la data in cui Lorenzo Nicol ebbe il primo incidente nella zona detta della Bassa e, miracolato, dimenticò il voto, cosicché il 20 agosto dell’anno successivo, lavorando nella stessa località, si ruppe una seconda volta una gamba. La Vergine Maria accolse per la seconda volta le preghiere del Nicol e gli consentì di raggiungere la propria abitazione. Questa volta il Nicol rispettò il voto fatto e fece costruire il pilone che costituì l’origine dell’attuale santuario.

Negli anni seguenti la costruzione venne ampliata sino a raggiungere l’attuale struttura composta da un fabbricato, adibito a foresteria, e dalla chiesa vera e propria formata da tre navate, una delle quali è sita sul territorio comunale di Val della Torre mentre le rimanenti insistono sul demanio di Rubiana.

I permessi per usufruire del terreno comunale valtorrese furono accordati, e comunicati tramite due lettere di concessione del 1879, dall’allora Sindaco di Val della Torre, Sig. Chiaberge, al Sig. Presidente del Santuario della Bassa. In esse testualmente si legge:

Val della Torre, 16 Giugno 1879.

Il Sindaco sottoscritto pregiasi notificare al Signor Presidente del Santuario della Bassa, che questo Consiglio Comunale non dissente di concedere il sito di cui è richiesto, con che l’Amministrazione conceda all’albergatore di Val della Torre, nei due giorni festivi, il godimento di due camere o tettoie per l’esercizio della professione.

                                                                                               f.to il Sindaco: Chiaberge

(Curiosa è la richiesta di utilizzo da parte dell’albergatore di locali per l’esercizio della professione. Già a quel tempo il commercio aveva la sua importanza anche dalle nostre parti).

Val della Torre, 25 Luglio 1879.

Il Sindaco sottoscritto significa al Sig. Presidente della Bassa, che questo Consiglio Comunale permette il passaggio della processione sul territorio di questo Comune, solamente desidera che il piazzale a formarsi fosse esteso anche a fronte del Santuario stesso nella sua lunghezza, cosa che darebbe anche maggior rilievo al Santuario stesso.

                                                                                               f.to il Sindaco: Chiaberge

(In questa lettera si accenna alla processione, in scioglimento di voto fatto, del secondo giorno di Pentecoste).

Sin da quei lontani anni si celebra, nel mese di maggio, la “Processione del voto” per ricordare il miracoloso evento di cui fu soggetto Lorenzo Nicol.

Vennero e vengono celebrate due feste annuali coincidenti con la prima domenica dopo il 15 agosto (Festa del santuario) e con la terza domenica di settembre (Festa liturgica della Beata Vergine Addolorata).

Il complesso architettonico del santuario, eseguito in un sobrio stile romanico, si inserisce con discrezione nell’ambiente naturale montano e, nonostante le sue notevoli dimensioni, non costituisce motivo di impatto ambientale.

L’edificio è composto da una navata centrale, con copertura in lose a due falde spioventi, sopraelevata rispetto alle due laterali con tetto ad una sola falda spiovente. Sul vertice anteriore della facciata, il tetto della navata centrale è fregiato da una croce in metallo; mentre sul vertice posteriore è stata recentemente collocata una campana sorretta da una struttura in muratura.

La facciata del santuario, esposta a sud, è composta da un loggiato sorretto da tre archi, delimitanti la navata centrale, ed altri due, di maggior ampiezza, che delimitano le navate laterali. Il motivo architettonico ad arco circolare, sorretto da quattro colonne a sezione quadrata, è sovrastato da due lucernai circolari muniti di grata metallica, posti ai lati della navata centrale su cui si notano due nicchie, attualmente vuote, e un finestrone con inferriata.

I portoni d’ingresso, uno per ogni navata, sono lignei e di recente costruzione. Essi presentano disegni rombici e, ai lati di quello centrale, sono visibili due finestre. A protezione di tutte le porte e le finestre sono state poste inferriate che ne coprono l’intera luce.

All’ombra del loggiato, sopra al portone d’ingresso principale, è dipinta l’effige della Madonna con Bambino ai cui piedi è riportata la seguente scritta:

D.  O.  M.

ET

B.  M.  V.

MONS IN QUO BENEPLACITUM

EST DEO ABITARE IN EO.

EREXIT MDCCXXI

RESTAURAVIT MDCCCXLV

All’interno, sopra l’altare è sita una nicchia in cui è collocata la statua della Beata Vergine che Lorenzo Nicol pose in questo luogo nel 1714.

Di rimpetto al santuario sorge una grande costruzione adibita a foresteria. La facciata di questa struttura consta di un loggiato in cemento delimitato da due archi sorretti da una colonna centrale a sezione quadrata. Alla sinistra del loggiato una scala conduce al piano superiore che mostra due grandi vetrate.

L’interno del santuario è caratterizzato dall’attuale altare, di forma tabulare, alle spalle del quale è collocato il vecchio altare maggiore con il tabernacolo su cui alcuni motivi decorativi, color verde chiaro, oro e argento, preludono all’abside in cui è conservato l’arredo più prezioso del santuario: l’antica statua della Madonna. Quest’effige, posta nel lontano 1714 da Lorenzo Nicol in questo luogo, riproduce la Beata Vergine in posizione eretta con in braccio il Bambin Gesù. Essa indossa una tunica rosa che, dalla vita sin quasi ai piedi, è coperta da un drappo azzurro ornato anteriormente di 6 stelle d’oro. Il capo, coperto da un velo di color verde chiaro che scende sin sulle spalle, è cinto da una corona aurea con fregi in rilievo. Il Bambinello, biondo e coperto di poveri panni, reca sul capo la corona del Re dei Cieli e, nella mano sinistra, la sfera simbolo della Terra. Il fascino di questa statua, semplice ed ingenua come i montanari, è tutto racchiuso nella sua storia che accompagna da ormai 289 anni le genti che vivono alle pendici del colle della Bassa.

Le due navate laterali di uguale grandezza terminano l’una con la Cappella del Voto e l’altra con il confessionale del santuario. Entrambe hanno le pareti ricche di ex voto e sono separate dalla navata centrale da una serie di archi a tutto sesto sorretti da colonne a base quadrata affrescate con greche e nastri.

La volta, formata da archi ellittici, è attraversata, in corrispondenza degli stessi, da tiranti metallici. Ogni arco ellittico, alternato ad un lucernaio, è adornato da svariati motivi pittorici, tra cui alcune fronde di palma.

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