Sentiero 016 cod. percorso ETON0160000

0

Bivio con 578 (località Taisonera) – Santuario della Madonna della Bassa

  • Dislivello salita m 340
  • Dislivello discesa m 250
  • Lunghezza km 3,9
  • Tempo di percorrenza 1 h 45′
  • Difficoltà EE

Descrizione percorso

Dalla località Taisonera, nel punto dove il sentiero 578 abbandona la cresta scendendo verso il Comune di Almese, ha inizio questo sentiero.

Si segue la cresta in salita verso destra fino a giungere alla vetta del Mont Curt la cui cima è contrassegnata dal cartello “Mon Curt (m 1325)” e da un cumulo di pietre. Proseguendo oltre la cima il tracciato costeggia una pineta, serpeggia sulla cresta e scende dolcemente. Quando la discesa si fa più ripida il sentiero raggiunge una strada sterrata (bivio con 580) che si risale verso destra abbandonandola dopo poco per inerpicarsi sul poco evidente sentiero che raggiunge il Truc del Faro. Da qui in discesa si raggiunge il Santuario della Madonna della Bassa (m 1152).

Il percorso è molto panoramico su Val della Torre, Val di Susa e la pianura di Torino.

Elementi ambientali

Copiosa la fioritura a maggio della rosa canina (Rosa canina) che con i suoi cespugli costeggia il sentiero.

Usciti dalla vegetazione, non è raro veder volare in primavera neurotteri della famiglia Ascalaphidae (Ascalaphus libelluloides) e numerose specie di lepidotteri tra cui: Iphiclides podalirius, Papilio macaon, Clossiana euphrosyne, Erebia ligea, Hipparchia fagi e Hipparchia dryas.

La fioritura primaverile è rigogliosa e, tra le margherite (Leucanthemum vulgare) e gli altri fiori, sono numerosi i coleotteri che volano con il loro tipico ronzio. Si possono notare scarabeidi floricoli come la Cetonia aurata e il Trichius fasciatus, crisomelidi come la Timarcha tenebricosa e diversi cerambicidi.

Tra gli alberi spunta qualche raro maggiociondolo (Laburnum anagyroides) che, in primavera, forma vistose macchie gialle con la sua fioritura.

Tra le rocce cresce il semprevivo (Sempervivum arachnoideum) e ai lati del sentiero prosperano numerose euforbie.

Tra la vegetazione, con un po’ d’attenzione, è facile scorgere qualche ramarro (Lacerta bilineata ex Lacerta viridis) che con il suo frusciare, spesso, fa sobbalzare l’escursionista.

Domina la roverella (Quercus pubescens) tra cui si può notare qualche betulla (Betula sp.) e, nel sottobosco, qualche asfodelo montano (Asphodelus albus).

Proseguendo incontriamo qualche raro faggio (Fagus selvatica) e, nel sottobosco, numerosi rovi (Rubus fruticosus).

Ad un tratto fanno la loro comparsa i larici (Larix decidua) e, salendo, i noccioli (Corylus avellana) nonché cespugli di ginepro (Juniperus communis ssp. nana). Copiosa, verso la parte di altitudine più elevata, la presenza del sorbo montano (Sorbus aria), mentre più discreta è la diffusione del pino.

Elementi storici

Per quanto concerne la storiografia del santuario della Madonna della Bassa, punto d’arrivo del tracciato, si ricorda che la costruzione fu dovuta ad un miracolo riportato in uno scritto del 26 febbraio 1800, dell’allora Parroco di Sant’Ambrogio (TO) Giuseppe Bertolo di Mompellato. In esso si legge: “Pluribus vicibus mihi adolescenti Laurentius Nicol vivo voce sequentia memoravit sibi accidisse: Anno Domini 1713 – die XVIII Augusti domui meae reverentes ligno exciso honustus, in colle dicto Bassa super me caecidi, et unum crur meum confractum est. Nullo auxilio fretus ad Beatam Virginem Mariam confugi, eodemque tempore apparuit mihi ipsa B. Virgo Maria, quae me subito sanavit. Iusequenti anno 1714 die vero XX Augusti eodem loco ut antea memoravi accidit mihi, et denuo apparens mihi Beatissima Virgo me sanavit suadens mihi ut in eodem loco sacellum construerem, quod sequenti die incepi.

   S. Ambrosii, XXVI Februarii 1800.     Th. Ioseph Bertolo Praep.

Successivamente il Canonico Colombero, richiamandosi al Bertolo, così scrisse ne “I Santuari di Maria SS. in Piemonte”: “Nei primi anni del secolo XVIII un tale Nicol, contadino di quelle parti mentre stava lassù occupato in faticoso lavoro, si ruppe accidentalmente una gamba. Era solo, non iscorgeva d’attorno persona vivente, e per giungere a qualche abitazione bisognava camminare almeno un’ora. Ma come si fa, mentre la gamba non era in grado di reggerlo? Si siede a gridare a piena gola ed impetrare soccorso, ma disperdeva l’ira del vento i gridi e le querele. Disteso al suolo già stava per darsi alla disperazione, allorché gli balenò alla mente un salutare pensiero. Si rivolse col cuore alla Regina del Cielo, e promise di costrurre ivi un pilone se veniva reso capace di giungere a casa. Dopo alcuni istanti si sentì rinvigorito, ebbe forza di recarsi a casa, ed in poco tempo si trovò perfettamente guarito.

Lieto della guarigione, fece come i marinai che solo si ricordano di Dio nel momento del naufragio. Più non pensò a mantenere la promessa che aveva fatto alla Madonna. Ed ecco che l’anno dopo, trovandosi a lavorare nel luogo medesimo, fu colpito dalla stessa disgrazia, ebbe una gamba spezzata. Allora riconobbe e deplorò sinceramente il suo fallo, ed implorò soccorso alla SS. Vergine, rinnovando il voto.

Guarito, mantenne questa volta la parola, edificò il pilone, e vi collocò una statua della Celeste Madre, quella medesima che ancora si venera in quel luogo.

Divulgatasi la cosa nacque negli abitanti di Mompellato il desiderio di fabbricare ivi stesso una cappella, e vi si accinsero, non sbalorditi dalle gravissime difficoltà dell’elevato sito.

Tutto il villaggio vi prese parte, si atterrò il pilone e la cappella venne su; e nel 1721 vi si poté celebrare la prima Messa.

Né si fermarono qui: Si costrusse in seguito un fabbricato, che successivamente ingrandito, è capace di più migliaia di persone; ed a varie riprese si ingrandì e decorò la chiesetta.

Il Santuario della Bassa ha ora tre navate, delle quali una appartiene al territorio di Val della Torre ed al Circondario ed Archidiocesi di Torino, essendo stata costrutta verso il 1865 al di qua dello spartiacque, e su terreno già di proprietà del Comune di Val della Torre, mentre la navata centrale e quella in cornu Evangelii sorgono sul territorio di Rubiana, e quindi appartengono al Circondario ed alla Diocesi di Susa.

L’originario pilone costruito dal Nicol costituì la “prima pietra” dell’attuale santuario. Col passare degli anni le popolazioni locali vollero che la costruzione originale fosse ampliata fino al raggiungimento dell’attuale complesso formato da un fabbricato, adibito a foresteria, e dalla chiesa vera e propria.

Il Santuario, in sobrio stile romanico, è formato da tre navate. Le due laterali, ribassate rispetto al corpo centrale, presentano il tetto ad unica falda spiovente; mentre, la navata centrale ha copertura in lose a due falde spioventi ed è ornata, sul vertice anteriore, da una croce metallica e, su quello posteriore, da una recente struttura in muratura che sorregge una piccola campana.

La facciata del Santuario presenta un loggiato di cinque archi circolari, tre dei quali sono collocati nello spazio della navata centrale, che poggiano su colonne quadrate. Al di sopra degli archi della navata centrale compaiono due nicchie e un finestrone munito di inferriata mentre entrambe le navate laterali sono ornate da un lucernaio circolare.

Sotto al porticato si aprono i portoni lignei d’ingresso, uno per ogni navata, e due finestre interposte ai medesimi. Al di sopra del portone principale è affrescata l’immagine della Madonna con Bambino.

All’interno del Santuario, sopra l’altare maggiore, è sita l’abside dove si conserva l’antica statua della Beata Vergine che Lorenzo Nicol pose in questo luogo nel 1714. Ai lati dell’altare maggiore sono dipinti alcuni affreschi di recente fattura, opera di Francesco Zabusso e Germana Albertone, raffiguranti l’evento miracoloso avvenuto in questo luogo e una processione religiosa. Alle pareti numerosi ex voto testimoniano l’importanza che il culto della Madonna della Bassa ha avuto, e continua ad avere, per tutti gli abitanti delle valli confinanti.

Comments are closed.