Data:20/06/2010 – Difficolta’: E
Zona: Valle D’Ayas
Partenza da: Antagnod – Barmasc 1900m
Quota di arrivo: 2722 m – (Dislivello 822 m)
Attrezzatura: da montagna
Sono le 7 quando partiamo da Brione, siamo solo in 6, Grazia, Laura e Gianni, Cesare, Dante e Gigi; è piovuto durante la notte e gli abituali compagni di escursione si sono fatti intimorire.
Imboccata l’autostrada per la Valle D’Aosta usciamo al casello Verres e saliamo per la Val D’Ayas dove superato Brusson – Vollon – Extrepiera a Corbet svoltiamo a sinistra per Lignod – Antagnod fino a raggiungere Barmasc (1900 m.) dove parcheggiamo l’auto.
A lato del parcheggio si trova una fontana con della buona e fresca acqua. Partiamo tutti insieme percorrendo un sentiero che si inoltra in un bosco di larici. Il percorso è tracciato con le stazioni della “via Crucis” in pietra nera scolpita.
Senza alcuna difficoltà in poco più di 1 ora siamo Col Portula, 2470 m. dove si trova la statua del Risorto.
Dopo una breve sosta per un cioccolatino ripartiamo per un sentiero di cresta che sale progressivamente. Attraversiamo le ultime due lingue di neve rimasta (pochi metri su un tracciato scavato nella neve senza alcun pericolo) ed eccoci arrivati ai piedi della maestosa statua della Madonna 2722m. Abbiamo impiegato 2h e 15.
La vista dalla vetta dello Zerbion è spettacolare, si può ammirare la catena del M. Rosa ed i suoi rifugi, il Mezzalama, il Quintino Sella e la Regina Margherita. In direzione sud lo sguardo incontra il col de Joux e in basso Chatillon, Saint Vincent. Sicuramente è una delle vette, facili, più panoramiche
Purtroppo il cielo è coperto e la visibilità è parziale, l’aria è molto fredda tanto che siamo costretti a mangiare in fretta indossando giacca a vento cappello e guanti.
Laura che ha dimenticato i guanti ci saluta e scende un po’ più in basso al riparo dall’aria. Noi invece resistiamo, il panorama è troppo bello per non assaporarlo, come la grappa, immancabile, fornita dal nostro Presidente.
Grazia, la nostra nuova socia, è molto soddisfatta della gita e continua a scattare foto in tutte le direzioni.
Un camoscio poco più in la ci guarda per nulla spaventato e ci tiene compagnia per tutta la nostra permanenza sulla vetta.
Il ritorno si svolge per lo stesso sentiero della salita