Sentiero 013 cod. percorso ETON0130000

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Bivio con 001A (pressi borgata Ciaine) – Bivio con 002

  • Dislivello salita m 400
  • Lunghezza km 2,3
  • Tempo di percorrenza 1 h 20′
  • Difficoltà E

Descrizione percorso

Si parte dall’incrocio tra il sentiero 001A e la strada asfaltata all’ingresso della Borgata Ciaine.

Si segue la strada asfaltata in salita giungendo ad uno spiazzo dove troviamo la chiesetta di Sant’Antonio. Si fiancheggia la chiesetta su strada asfaltata per un brevissimo tratto. Si segue il sentiero che risale il vallone di Fontanabruna verso le case omonime. Appena arrivati al bivio con 002B si prosegue diritti trascurando la diramazione a destra (002B) ed in breve si raggiunge Pian Balourd (m 783). Da qui il sentiero prosegue sulla sinistra costeggiando, a monte, un gruppo di case oltre le quali si sale verso una pietraia e ci si inoltra in un lariceto. Il sentiero prosegue risalendo un’altra pietraia, di notevoli dimensioni, ormai praticamente colonizzata dalla vegetazione e, di tanto in tanto, si possono notare zone in cui sono ancora visibili i massi peridotitici. All’ombra del fitto bosco, il sentiero ci porta ad una radura. Ci inoltriamo nel bosco, attraversiamo un piccolo corso d’acqua e ci accostiamo ad una nuova pietraia dove il sentiero piega a destra e sale tra due muretti a secco in pietra. Ad un tratto il silenzio è rotto dal rumoreggiare del torrente Casternone verso cui il sentiero si dirige, costeggiandone un buon tratto della sponda sinistra, sino al raggiungimento del tracciato del sentiero 002.

Elementi ambientali

Tra le pietraie, costituite dalla tipica lherzolite, crescono essenze vegetali pioniere quali l’ontano (Alnus sp.) e il nocciolo (Corylus avellana); mentre i lati del sentiero sono vegetati dal ginepro nano (Juniperus communis ssp. nana) che, con la betulla (Betulla sp.) colonizza anche le radure su cui prolificano le graminacee. Nelle stesse radure affiorano rocce riconducibili a cloritoscisti dal tipico color verde chiaro.

Lungo il sentiero è notevole la presenza del sorbo montano (Sorbus aria) e, nel sottobosco, del garofano selvatico (Dianthus silvestris) e della campanula.

Comuni, lungo tutto il tracciato, sono il larice (Larix decidua) e l’onnipresente roverella (Quercus pubescens), mentre, nella parte più alta, s’incontra il maggiociondolo (Laburnum anagyroides).

Nel sottobosco non è raro incontrare il ramarro che, spaventato dal nostro passaggio, scappa veloce tra felci ed euforbie.

Elementi storici

Il sentiero era usato dai montanari per raggiungere gli alpeggi e il Colle Portia.

Se si escludono alcune baite localizzate all’inizio del tracciato non vi è alcuna opera o struttura di particolare riguardo.

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